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Le 10 cose che non sapevi su Eric Cantona.

  • calcioinglese
  • 27 gen 2015
  • Tempo di lettura: 4 min

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Se pensate che Eric Cantona sia stato soltanto uno dei tanti miracolati con i piedi buoni, vi sbagliate di grosso. Per diventare degli Eric Cantona ci sono dei fattori da sommare l’uno con l’altro e che vi aiuteranno a formare quella che tutti oggi riconoscono come un’icona storica del calcio inglese, europeo e mondiale. Ecco le 10 curiosità che in pochi conoscono sul talento francese. Eric Cantona nasce nel distretto di Caillols a Marsiglia e vive la sua infanzia in una grotta. Proprio così, la sua casa era una grotta. Utilizzata come vedetta dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, venne poi occupata dal nonno, arrivato dalla Sardegna. Con il tempo la casa è stata costruita attorno a questa grotta fino a diventare quasi un gioiellino del povero distretto in cui era nato il campione francese. Nel 1989 il primo controverso episodio della sua carriera. E’ da un anno al Marsiglia quando durante un match benefico getta a terra la maglietta di gioco (stile Balotelli in Inter v Barcellona). Il presidente lo rimprovera e lo manda in prestito al Montpellier. Qui passa qualche mese rendendosi protagonista per un altro poco educato gesto: al termine di una partita un compagno di squadra lo critica per i troppi errori: di risposta, Eric si toglie gli scarpini e glieli lancia addosso. Finito il prestito, rientra al Marsiglia sempre più incazzato. E’ il 15 Maggio del 1990 quando una decisione arbitrale a suo sfavore lo fa andare su tutte le furie: prende il pallone e lo calcia addosso all’arbitro. Visti i precedenti gli danno 1 mese di squalifica. Davanti alla commissione arbitrale dirà agli ufficiali di gara che sono degli emeriti idioti, senza farsi nessun tipo di problema. Pena raddoppiata e Cantona allontanato 2 mesi dai campi di gioco. Sarà un’ottima occasione per lui per scoprire nuove passioni come la musica e la pittura, ma non a placare il suo istinto. Nel 1992 Michael Platini, ormai già ai vertici della UEFA, suggerisce al nazionale francese di provare a ripartire dall’Inghilterra. Così il buon Eric passa allo Sheffield Wednesday in prova. Si proprio cosi, in prova. Dopo una dura settimana di allenamenti arriva il match amichevole: vincono gli OWLS per 4-3, tripletta di Cantona. Ma il tecnico del Wednesday è indeciso e dice che bisogno di più tempo. Il francese risponde in modo sarcastico: “Sono il migliore in squadra e titolare in nazionale, ma hai bisogno di tempo”. Da li il passo è breve. In 3 giorni Cantona firma con il Leeds United. Roy Keane racconta un particolare di quando Eric era allo United: ogni anno ciascun giocatore riceveva 800 sterline per la collaborazione con il giornale ufficiale del club e video vari realizzati nel centro sportivo. A livello di spogliatoio però avevano deciso che i soldi sarebbero stati messi in un cappello e ad estrazione sarebbero stati assegnati. Misero tutti i soldi, eccetto Beckham ed i fratelli Neville che non si potevano permettere certe perdite (a detto loro) a quel tempo. Cantona fu estratto come vincitore. Prese i 16 mila pound che gli spettavano e ne diede metà a Scholes e metà a Nicky Butt perché loro, anche se non potevano permettersi di perdere una tale somma, avevano rischiato per il bene del gruppo e della squadra. Il controverso ma fortunoso passaggio di Cantona allo United. Ferguson era disperato la sua punta di diamante, appena arrivata, un certo Dion Dublin, si era rotto una gamba. Sedutosi al tavolo con il presidente dei Red Devils provò in un primo momento a far firmare Alan Shearer che però disse no. Ferguson scorre la lista di giocatori che si era segnato e quando aveva eliminato a priori Cantona arriva una telefonata da Leeds. Vogliamo un vostro giocatore, in cambio vi diamo Lee Chapman, una nostra punta. Sir Alex ci pensa, rifiuta per poi ritrattare: chi se ne frega di Chapman, voglio il francese. Nel giro di un’ora l’affare è concluso e Cantona passa al Manchester United. Nei successivi 5 anni arriveranno 4 titoli per i Red Devils. Segno del destino?

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L’istinto, è forse questa una delle caratteristiche di Eric Cantona. Nel Giugno del 1997, il francese lascia il calcio giocato, felice per quanto fatto a livello di club ma deluso per quanto non è riuscito a fare con la maglia della nazionale. Soltanto 20 gol e nessuna coppa di spessore. Il fato vuole che 11 mesi dopo la Francia diventi Campione del Mondo. Avesse resistito ancora un pò, sarebbe diventato una vera e propria leggenda.

Una volta ritiratosi, Cantona viene tirato dentro dal fratello nel mondo del beach soccer. E’ qui che rinasce, nuovi stimoli e nuova grinta lo portano, nel 2005, a vincere il campionato del mondo. Uno sport che a lui rimarrà sempre nel cuore tanto che affermerà “ci sono tantissimi campioni qui che farebbero dei figuroni in qualsiasi campionato europeo”. Una volta ritiratosi, si dedica a tempo pieno anche ad una delle sue più grandi passioni: il teatro. Partecipa a due film, uno che parla della sua vita personale, e viene travolto da un’ondata di entusiasmo che lo porta a diventare protagonista in diverse pellicole. “Penso che sia uno dei modi migliori per sfuggire alla realtà e reinterpretarla a proprio piacimento”. Il Bad Boy Cantona attore, e chi lo avrebbe mai detto?”. Dopo il beach soccer ed il teatro, Cantona riscopre la passione della lettura. In diverse interviste dichiara quanto sia stato bello per lui, una volta ritiratosi, scoprire tutte queste cose che ai più possono sembrare semplici ma che ad un personaggio pubblico come era lui erano completamente sfuggite di mano. Negli anni recenti Cantona si dedica anche alla politica. Nel 2012 rischia quasi di candidarsi come Presidente della Repubblica francese. Lavora per Amnesty International e porta alla ribalta dei media francesi il problema dei senza tetto. Farà poi discutere molto la sua opinione sugli ultimi mondiali in Brasile: “invece che spenderli per gli stadi, il governo avrebbe fatto meglio ad utilizzare quei soldi nella sanità e nell’istruzione. Istintivo si, ma quando ragione è anche meglio.

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Creato da Luca Bonomi

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