Il Rovers dei miracoli: Alan Shearer e gli eroi di Blackburn
- Jacopo Ghirardon
- 30 gen 2015
- Tempo di lettura: 6 min
Scorrendo l'albo d'oro della Premier League, dall'anno della sua istituzione nel 1992, quando la lega si divise dalla Football League dando il via ad un'ascesa che ha portato in poco più di vent'anni ad essere il campionato più popolare e redditizio del mondo, troviamo 5 nomi: ma se la presenza di Manchester United, Arsenal e, in tempi più recenti, Chelsea e Manchester City, di certo non suscitano stupore tra gli appassionati di calcio Inglese, la presenza del Blackburn Rovers è per i più una totale sorpresa.
Il club, fondato nel 1875, è stato soprattutto a cavallo tra la fine del XIX Secolo e l'inizio del XX una delle squadre leader del calcio Inglese, con ben 5 FA Cup dal 1884 e il 1891 e due titoli nazionali vinti nel 1912 e nel 1914. Per altro i Rovers sono stati una delle 12 squadre fondatori della Football league nel 1888. Finiti gli anni di gloria negli anni ancora pioneristici del calcio Inglese, la squadra vivacchia senza grossa gloria tra la prima e la seconda divisione fino all'ultima retrocessione dalla First Division nel 1965. Le sorti della squadra peggiorano toccando addirittura la Third Division, finchè la squadra, a fine anni '80, passò sotto le mani dell'imprenditore dell'acciaio Jack Walker, che riuscì a poratare la squadra nella neonata Premier League nel 1992, affidando la squadra alla leggenda del Liverpool Kenny Dalglish.

Walker aveva molti soldi da spendere, e fece capire subito le sue intenzioni nella prima stagione in Premier League, strappando dal Southampton un giovane Alan Shearer, pagato ben 3.5 milioni di sterline, per l'epoca record per un giocatore inglese. Nella sua prima stagione la squadra arrivò quarta, mancando di un punto la qualificazione alle coppe Europee, centrata poi nella stagione successiva quando il Balckburn arrivò addirittura secondo, distante 8 punti dai campioni del Manchester United che però allungarono solo nel finale. I tempi sembravano maturi ormai per i Rovers per riuscire nell'impresa di riportare ad Ewood Park il titolo che ormai mancava da oltre 80 anni. Walker non badò a spese, e con 5 milioni di sterline, battendo il primato due anni prima ottenuto con l'acquisizione di Shearer, strappò al Norwich un giovane Chris Sutton, che subito divenne punto di riferimento nella rosa a disposizione di Dalglish.
La rosa a disposizione di Dalglish era di elevato livello, a cominciare dal portiere, Tim Flowers, riserva di Seaman in nazionale. In difesa il Blackburn poteva contare su Graeme Le Saux, terzino sinistro proveniente dall'isola di Jersey (l'isola limitrofe a Guernsey, dove è nato e cresciuto la leggenda del Southampton Matt Le Tissier), arrivato dal Chelsea nel 1993 e fin da subito irremovibile nelle scelte del manager. Nell'altra fascia troviamo Henning Berg, anch'esso arrivato nel 1993 dal campionato Norvegese, più precisamente dal Lillestrom: accolto con scetticismo, divenne un altro elemento imprescendibile della rosa dei Rovers. Al centro i rocciosi Ian Pearce e lo scozzese Colin Hendry. A centrocampo sulla sinistra troviamo Ripley, mentre al centro Mark Atkins e Tim Sherwood, ce qualcuno ricoerderà recentemente in panchina al Tottenham. Jason Wilcox, cresciuto proprio nelle giovanili del Blackburn, completa la linea mediana, mentre in avanti i Rovers dispongono della coppia di cui abbiamo già parlato prima, con due attaccanti di razza come Shearer e Sutton ormai in rampa di lancio pronti a trascinare i Rovers verso vette isperate fino a qualche anno prima.
L'inizio della stagione fu però alquanto difficile, in quanto i Rovers persero subito il primo titolo della stagione, con un secco 2-0 subito in Charity Shield dal Manchester United trascinato da un ispirato Cantona. Anche la prima giornata dimostrò qualche debolezza di troppo, con un 1-1 piuttosto sofferto contro il Southampton. La squadra poi però tornò in se e collezionò 16 punti nelle successive 6 gare, trascinati letteralmente dalla coppia d'oro Sutton/Shearer che collezionarono goal a grappoli. La striscia però venne turbata da una clamorosa eliminazione in Coppa Uefa al primo turno contro i modesti svedesi del Trelleborgs, co una sconfitta per 0-1 ad Ewood Park che costò la precoce eliminazione. Il mese di ottobre andò addirittura peggio, con la sconfitta a Carrow Road contro il Norwich e la clamorosa sconfitta in casa per 2-4 con il Manchester United, che gettò ombre sulle speranze di titolo: troppo forte sembrava ancora una volta la squadra di Sir Alex Ferguson. Ma le cose cambiarono in positivo da quella partita, con i Rovers che inanellarono una serie di 12 partite consecutive senza perdere, con ben 11 vittorie e l'unico pareggio a Leicester che però non ostacolò la rincorsa (e il sorpasso) al solito Manchester United. Arriviamo al 22 gennaio, con l'attesissima sfida di Old Trafford e l'ennesima affermazione dei Red Devils, che col solito Cantona firmarono l'1-0 finale. Ma lo stesso Cantona, poche settimane dopo, rifilò il celebrerrimo calcio allo spettatore contro il Crystal Palace: 8 mesi di squalifica e strada spianata dunque al Blackburn, che potè prendere il largo visto le difficoltà incontrate dallo United. Il Blackburn prese il volo, con 14 risultati utili di fila intervallati solamente da una sconfitta col Tottenham. Il titolo sembrava ormai saldamente nelle mani del Blackburn, quando, come un ciclista che vede il triangolo dell'ultimo chilometro, sente le gambe appesantirsi e i rivali con il fiato sul collo. Due sconfitte contro Manchester City e West Ham infatti portarono il Blackburn ad avere solamente due punti di vantaggio rispetto al Manchester United nell'ultima giornata (anche se nella penultima il Blackburn aveva superato in casa il Newcastle).
Il 14 Maggio, 42esima giornata (all'epoca la Premier aveva ancora 22 squadre), il Blackburn va ad Anfield, contro un Liverpool alla ricerca di punti per l'accesso in Coppa UEFA. Il Manchester United scende invece ad Upton Park contro un West Ham ormai tranquillo a salvezza acquisita. Il pubblico di Anfield è un po' diviso, quasi non vorrebbe vedere la loro squadra consegnare, potenzialmente, il titolo per il terzo anno consecutivo ai rivali di sempre di Manchester. Il Blackburn può solo vincere, col pareggio infatti, in caso di vittoria dei Reds, lo United prenderebbe il Blackburn a quota 90 e vincerebbe il titolo per la miglior differenza reti. Si parte in un'atmosfera quasi surreale, con i tifosi del Blackburn (siamo ancora a metà anni '90) con un occhio alla partita e un orecchio teso a quanto accade ad Upton Park.

Al 20' Alan Shearer mette il 34esimo goal del suo spendido campionato (la coppia con Sutton frutterà complessivamente 49 goal), dando il vantaggio ai Rovers che volano a +4. Il vantaggio aumenta ancora quando il West Ham passa in vantaggio sullo United con il goal di Hughes. All'intervallo il Blackburn si trova a +5, ma lo United riaccorcia subito con il goal di McClair al 52esimo. Il Blackburn sembra in controllo, ma al 64' Jamie Barnes rimette in partità il match di Anfield. Il Blackburn incredibilmente in pochi minuti non si ritrova più padrone del loro destino, e sbanda pericolosamente, anche perchè ad Upton Park lo United si fa vedere a più riprese, anche se la difesa degli Hammers tiene bene. Il Blackburn deve gettarsi in avanti se vuole essere tranquillo, ma la 90' una magistrale punizione di Jamie Redknapp batte l'incolpevole Flowers e il Blackburn si ritrova con un solo punto di vantaggio. Al Manchester basta un goal, ma Andy Cole si fa prima ribattere due volte sulla linea da una eroica difesa del West Ham, poi è il palo a dire di no ai Red Devils. Il pubblico di Blackburn deve ormai aspettare solo il fischio finale da Upton Park, che arriva scatenando il tripudio sugli spalti di Anfield: il Blackburn Rovers era tornato campione d'Inghilterra. E anche il pubblico di Anfield di fede Liverpool era contento: la loro squadra aveva raggiunto il posto in Europa e i rivali dello United avevano perso il titolo, grazie all'eroica difesa di un West Ham sulla carta appagato, che invece dimostrò la famosa caparbietà e voglia di lottare tipica delle squadre Britanniche.
La magia si interruppe praticamente li, perchè fin dall'anno successivo il Blackburn si ridimensionò, arrivando settimo nella Premier League successiva, in parte dovuto anche all'addio di Alan Shearer che iniziò la sua epica avventura nello Newcastle United. Anche in Coppa Campioni le cose andarono male, con il Blackburn finito ultimo con soli 4 punti in un girone sulla carta abbordabile con Spartak Mosca, Legia Varsavia e Rosenborg. Il rendimento della squadra peggiorò ulteriormente fino alla retrocessione nel 1998 nel Championship, e la morte 3 anni dopo dello storico proprietario Walkers, che in soli 5 anni riuscì nel suo sogno: riportare un titolo nel Lancashire.
Ma la storia del Blackburn, che attualmente è da parecchi anni impegnato in campionati di media classifica nella seconda serie Inglese, non si ferma. Una storia ricca di tradizione, con un'affermazione che probabilmente, almeno per molto tempo ancora, non si ripeterà. Ma è impossibile, guardando anche una sola sfida dei Rovers in TV, non pensare a quella squadra, e a quella generazione, che aveva fatto sognare una città intera, poi bruscamente risvegliatasi.
Wild, wild Rovers...

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