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Quando il calcio sfociò nel conflitto Irlandese: Dundalk-Linfield 1979

  • Jacopo Ghirardon
  • 27 feb 2015
  • Tempo di lettura: 9 min

Di norma, l'estate nei paesi Britannici, e in particolare nell'Isola d'Irlanda, non è mai particolarmente calda. Ma l'estate del 1979, in un tratto di costa nel Nord Ovest dell'Isola di Smeraldo, verrà ricordata come una delle più torride di sempre. E il clima non centra praticamente nulla.

L'Europa è ancora stupita, meravigliata ed estasiata dalla clamorosa impresa del Nottingham Forest, che guidato dal genio di Brian Clough in panchina, ha appena vinto una Coppa dei Campioni storica, superando in finale il Malmoe per 1-0 nella finale dell'Olympiastadion di Monaco di Baviera. Ma ormai una nuova stagione è alle porte, e le principali squadre Europee si sono date appuntamento per cominciare la caccia al Forest. Dobbiamo fare un viaggio nel tempo: fino al 1991 infatti la Coppa dei Campioni era riservata esclusivamente alle squadre che avevano vinto il loro campionato, e il lungo e complesso processo di partite preliminari, che attualmente scandisce il calendario del calcio Europeo d'Estate, era praticamente nullo. Il fascino di quella Coppa era però completamente diverso rispetto alla Champions League attuale, dove probabilmente il tasso tecnico è più alto, ma la componente di fascino è ormai ridotta al lumicino. Li infatti grazie al sorteggio completamente casuale tutti potevano affrontare chiunque, regalando, specie nei primi turni, con un po' di fortuna la possibilità anche a squadre di paesi nettamente inferiori a livello calcistico, di poter progredire nella massima competizione continentale.

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Torniamo però in Svizzera, nella sede della UEFA, dove si sta tenendo il sorteggio. L'Europa che si accinge ad entrare negli anni '80 vive una situazione discretamente tranquilla, le grandi guerre del passato sono ormai un ricordo, si inizia a star bene, ma ci sono due casi spinosi: uno è a livello globale, con una guerra fredda sempre più radicata tra gli Stati Uniti, e il conseguente blocco Occidentale in Europa, e l'Unione Sovietica e i suoi paesi satellite sparsi per l'Europa. Il secondo è nell'Isola d'Irlanda, dove ormai da 10 anni i Troubles stanno sconvolgendo la vita nelle città di confine (su tutte Derry) tra la Repubblica d'Irlanda e l'Irlanda del Nord, con epicentro del conflitto la capitale del territorio Britannico, Belfast.

Proprio da Belfast esce la squadra campione dell'Irlanda del Nord, il Linfield. E qui nasce il primo problema, perchè il Linfield è la squadra protestante per eccellenza della città, la squadra che ha fatto da sempre del settarismo il suo credo, la squadra che raccoglie le frange più estreme dell'estremismo religioso protestante. La situazione nel campionato dell'Irlanda del Nord è sempre più paradossale: nel 1949, dopo l'ennesimo tafferuglio proprio contro il Linfield, il Belfast Celtic, che all'epoca era la squadra principale della parte cattolica della città, viene costretto allo scoglimento, e nel 1974 il Derry City, la squadra principale della seconda città dell'Irlanda del Nord, è stata sospesa a tempo indeterminato poiché ogni volta che giocava contro squadre di matrice protestante (tra cui anche il Coleraine, dove fu costretta ad emigrare negli ultimi 2 anni di militanza) , perchè era impossibile garantire un minimo di ordine pubblico. Il Bloody Sunday, che nel gennaio del 1972 ha completamente stravolto la città di Derry (chiamata Londonderry dai Britannici), è una ferita ancora troppo fresca per la cittadinanza cattolica della città, che come un Toro in una corrida, ormai si scaraventa contro tutto quello che è “Orange”. Tutt'ora quella ferita non si è riacutizzata, ma la situazione è stata brillantemente superata dalla UEFA, che ha permesso, 10 anni più tardi, al Derry City di tornare a giocare, sotto la bandiera della Repubblica d'Irlanda, permettendo al largo seguito dei Candystripes di esaudire almeno una piccola parte del loro sogno, di sentirsi Irlandesi e non Britannici, anche se solo a livello calcistico.

80 km a sud di Belfast si trova il confine, e a 5km da quel confine troviamo Dundalk. Una città industriale di circa 30mila abitanti, con la squadra che ha sorprendentemente vinto il campionato superando al termine di un entusiasmante duello i Bohemians, squadra del North Dublin di grande tradizione. Era il settimo titolo della storia dei Lilywhites, squadra da sempre caratterizzata da una fortissima identificazione della propria cittadinanza, che considera il Dundalk FC come parte integrante e fondamentale della comunità. La Contea del Louth, dove si trova Dundalk di cui è anche County Town (capoluogo), è stata l'ultima ad arrendersi a Cromwell, nel '600, quando l'Irlanda era stata annessa al Regno Unito, ed è da sempre stata una contea ribelle, che ha sprezzato ed odiato alla morte il dominatore Britannico, e che da sempre si è attivata affinchè l'Irlanda tornasse libera. E' il 1921 quando l'Irlanda ottiene finalmente l'indipendenza, ma il desiderio di questa gente è d'incompletezza. Perchè, come abbiamo già visto, 6 delle 32 contee tradizionali Irlandesi sono rimaste sotto il controllo Britannico, e nei cuori di chi ha combattuto per un'Irlanda libera, questo è inaccetabile. Dagli anni '70 ormai l'IRA è protagonista di attentati nei vari territori Nordirlandesi, mentre le violenze di Protestanti ai danni di cattolici nel terrorio Nordirlandese sono all'ordine del giorno.

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Ormai è tutto pronto per il sorteggio, e le 33 squadre partecipanti sono in attesa di conoscere il loro avversario. Essendo il numero di squadre dispari, c'è bisogno di un turno preliminare. La sensazione è quella che si vive quasi come a scuola, prima di un'interrogazione: “vuoi che capiti proprio a me?”... si, a 2 squadre su 33 deve capitare. La prima estratta è il Dundalk. Cade il mondo addosso alla delegazione presente a Nyon, i sogni Europei sono destinati a crollare: “Capiterà la solita squadra dell'Est Europa a farci fuori...”. E invece no. Perchè nell'altra pallina esce il nome del Linfield, e un silenzio tombale ricopre la sala. Quello che non doveva succedere è avvenuto, e la sfida nettamente più pericolosa dal punto di vista della sicurezza è uscita. Si disputa anche il sorteggio del primo turno, ma questo ormai passa in secondo piano nei vertici della UEFA. Quasi a volersi scusare con questo autentico disastro, la sorte offre alla vincente un primo turno più che abbordabile contro gli Hibernians di Paola, Malta. Un'ex possedimento Britannico con la sua squadra fondata da una comunità Irladnese che, come ad Edimburgo, ha dato il nome latino di Irlanda alla sua squadra: anche in questo caso la sorte non poteva essere più beffarda.

Cattolici contro Protestanti, Repubblicani contro Lealisti, Libertà contro Oppressione (vista da entambi i lati della questione): tutto questo è Dundalk-Linfield. E poco importa che ci sia di mezzo una partita di Coppa dei Campioni, il calcio in questo caso è solamente un pretesto per mostrare al nemico di sempre chi è il migliore, a costo di mettere in mezzo anche la propria vita. Molti possono pensare a questa sfida come ad un Old Firm minore, ma la realtà tra Celtic e Rangers, in confronto è veramente un'amichevole. Qui si è tra Irlandesi e Britannici, qui si ha in mano il proprio destino e il proprio amore verso la propria terra, la propria comunità.

La partita d'andata viene fissata per il 29 Agosto. Il clima è sempre più rovente, e i membri di Dundalk e Linfield, spalleggiate dalle rispettive polizie (la Garda Irlandese e la PSNI Nordirlandese), con la cooperazione della UEFA, fissano incontri lunghissimi per garantire le più grandi condizioni di sicurezza: il rischio che la partita finisca in guerriglia è troppo alto. Il fatidico giorno sta arrivando. Enda McGuill, presidente e vera istituzione a Dundalk (alla sua memoria è dedicata la clubhouse di Oriel Park, stadio dei Lilywhites) invita il pubblico di mostrare “che Dundalk e l'Irlanda possono organizzare una gara di questa importanza senza causare incidenti”. Il Linfield vieta ai propri tifosi in partenza con ogni mezzo da Windsor Park di portare Alcool con se: un invocazione nel deserto. La situazione, già di per se estremamente tesa, precipita la settimana antecedente al match: Earl Mountbatten, importante figura nobiliare Britannico, è stato fatto saltare letteralmente in aria da una bomba dell'IRA mentre si trovava in vacanza nella Contea di Sligo, mentre 17 soldati Britannici sono morti in degli scontri a Warrenpoint, dall'altra parte del confine, a pochissimi chilometri da Dundalk.

Il 29 Agosto finalmente è arrivato, e i 60 pullmann provenienti da Belfast stanno scendendo in direzione Dundalk. Fino al confine vengono scortati dalla PSNI, la polizia locale, a Carrickarnon, subito dopo il confine, verranno presi in consegna dalla Garda. Proprio in questa località 12 tifosi vengono arrestati, dopo una rissa nata con la stessa polizia fuori da un pub. Appena superato il ponte sul Castletown, che di fatto segna l'ingresso a Dundalk, inizia l'inferno, che segnerà per sempre la storia della città e della tifoseria: subito una “delegazione” di tifosi del Dundalk accoglie i rivali con bastoni e pietre che vengono scaraventate violentemente contro i pullman che stanno arrivando ad Oriel Park, dall'altra parte della città. Arrivati in parcheggio, e fatti entrare in campo, gli oltre 2000 tifosi del Linfield, controllati a vista da oltre 500 poliziotti, iniziarono con i loro cori settaristi, provocando i tifosi del Dundalk che risposero con lancio di pietre ed ogni più ingombrante oggetto: più di una volta solo il massiccio impiego delle forze dell'ordine evitò la reciproca invasione di campo e il conseguente contatto. La situazione precipitò quando i tifosi del Linfield letteralmente staccarono a forza la transenna che separava il settore ospite dalla Shed, il luogo dove i tifosi più caldi del Dundalk seguono la gara. Il contatto fu inevitabile, la partita fu ovviamente sospesa, e oltre 100 persone vennero feriti nei violentissimi scontri. Un tifoso del Linfield si arrampicò su un pilone della luce, mostrando la bandiera britannica e bruciando un tricolore Irlandese. La situazione era disperata, quello che tutti avevano temuto stava puntalmente accadendo.

La gara venne comunque disputata, un'eventuale sospensione infatti avrebbe di fatto fornito ai tifosi un ulteriore pretesto per continuare in questa guerriglia. Ad inizio della ripresa il Linfield trovò il goal del vantaggio, e di nuovo il pubblico dei Blues fu protagonista di ulteriori disordini nelle esultanze con una massiccia pitch invasion. A 20 minuti dal termine dalla Shed i tifosi del Dundalk colpiscono con una pietra il capitano del Linfield, Terry Hayes. Nuova sospensione, con la polizia che costrinse i tifosi del Linfield ad abbandonare il campo, come da piano per evitare incidenti. Questo causò ulteriori scontri, con i tifosi del Linfield che distrussero con lancio di pietre più di qualche casa limitrofa uscendo dal campo andando verso i loro pullman. Nel contempo il Dundalk aveva pareggiato con Dean Devine, mandando in estasi Oriel Park, con il pubblico che ormai stava aspettando il regolamento di conti con gli avversari pronti a lasciare la città con i loro pullman situati davanti alla brewery della Harp Lager, di fronte alla stazione ferroviaria. Finita la partita, ecco alcuni tifosi del Dundalk (tra di loro c'erano anche dei militanti dell'IRA) pronti a scagliarsi con bombe carta e pistole contro i tifosi del Linfield, che batterono in ritirata: un pullman addirittura finì in una scarpata, per fortuna non ci furono vittime.

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Finì cosi il primo atto di quella che fu una vera e propria guerra, una sfida che andò, come abbiamo visto, ben oltre il calcio. Tutti gli occhi tornano però in Svizzera: la UEFA infatti non ha gradito quanto è acaduto e sta pensando di squalificare entrambe le squadre dopo i fatti di Oriel Park. Alla fine prevale il buon senso, ed entrambe le squadre vennero sanzionate con delle fortissime multe, specie il Linfield che dovette pagare 5mila sterline di multa alla UEFA più tutti i danni arrecati ad Oriel Park. Il pericolo di una nuova guerriglia, che sarebbe stata ulterioremente accentuata a Belfast dalla presenza dei tifosi cattolici del Cliftonville, ovviamente gemellati con quelli del Dundalk, venne però scongiurato fu ordinato infatti di giocare la gara di ritorno a porte chiuse in Olanda, ad Haarlem. La gara poi venne fatta giocare a porte aperte, ma il pubblico era non superiore alle 2mila unità, composto per la maggioranza da locali. Nonostante ciò la città di Haarlem fu blindata, e diversi allarmi bomba caratterizzarono la tranquilla città dei Paesi Bassi. Il Dundalk si impose per 2-0, con la doppietta del centravanti Mucklan che aprì le porte della qualificazione ai Lilywhites di Jim McLaughlin.

Il resto è pura storia, con il Dundalò che in quella Coppa arrivò fino agli Ottavi di finale: dopo aver eliminato gli Hibs di Malta, nel turno successivò affrontò il Celtic. Un altro derby contro una Britannica insomma, ma ovviamente in questo caso fu solamente una festa dello sport, con entrambe le tifoserie a cantare canti patriottici e a sbeffeggiare i corrispettivi rivali di Glasgow e di Belfast. Le oltre 20mila persone presenti ad Oriel Park in quella sfida sono tutt'ora il record di presenze in questo impianto. Nonostante ciò, fu una beffa quella sfida per il Dundalk, che dopo aver perso a Parkhead per 3-2 l'andata, nel ritorno pareggiò 0-0, sfiorando con il capitano di oltre 500 battaglie, Tommy McConvile, recentemente scomparso, il goal che avrebbe mandato il Dundalk ai quarti, contro il Real Madrid. Purtroppo, questo non avvenne, al Bernabeu andò il Celtic, e la favola dei tre merli che stanno a simboleggiare Dundalk fini cosi.

L'aria è cambiata in Irlanda, e pur essendo Belfast sempre una città non tranquillissima, il vento di guerriglia degli anni '70 è per fortuna un lontano ricordo. Nel 2011 Dundalk e Linfield si sono nuovamente affrontate nella Setanta Cup, la Super Coppa tra le squadre dei due paesi: altissima tensione, ma incidenti ridotti al minino, per fortuna.

Nel 2014 il Dundalk è tornato a vincere il titolo, che intanto sono diventati 10: con il Linfield ancora in corsa per vincere il titolo in Irlanda del Nord, una rivincità sul campo Europeo, a 35 anni di distanza, non è utopia, anche se nel mezzo ci sono le tante agguerrite squadre che competono alla ricerca di un posto nei gironi di Champions League. Sarebbe il nuovo capitolo di una rivalità secolare che però sta voltando pagina, favorendo al terrore e alle pietre gli sfottò e la rivalità esclusivamente sportiva. Come dovrebbe sempre essere nel calcio.

 
 
 

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Creato da Luca Bonomi

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