Steven Fletcher, l'umiltà e la semplicità del ragazzo scozzese che dedica ogni gol ad una person
- calcioinglese
- 12 apr 2015
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Steven Fletcher, attaccante del Sunderland, ha una storia davvero particolare. Nato a Shrewsbury nel 1987 ha un infanzia particolare. Il padre, componente della British Army (Esercito Britannico), è costretto per ovvi motivi di lavoro a spostarsi in continuazione, in Germania soprattutto, e cosi Steven, insieme alla famiglia è in continuo movimento. Questo però non gli impedisce di coltivare la sua passione per il football.
Cambia continuamente squadra, cresce, impara in fretta e vive in continuazione realtà diverse. Quando lui ha 10 anni però, il padre muore di un brutto cancro ed è costretto a tornare in Scozia con la madre, precisamente ad Hamilton. All'età di 13 anni alcuni osservatori dell'Hibernian lo notano e lo ingaggiano nelle giovanili. 4 anni più tardi esordisce in campionato con la prima squadra, e l'anno successivo ci entra stabilmente ricoprendo un ruolo importante e segnando anche qualche rete. E' nel pieno delle sue potenzialità e nel 2008 ha la sua consacrazione diventando capocannoniere dell'Hibernian, realizzando la sua prima tripletta professionistica. Viene notato da alcune squadre di Premier e anche alcune squadre europee, ma Steven non si monta la testa, è umile e l'anno successivo accetta il Burnley, in Premier League, diventando il miglior marcatore e viene eletto dai compagni miglior giocatore della stagione. Nonostante le sue prodezze, la squadra claret and blue retrocede e Fletcher accetta cosi il Wolverhampton dove diventa il punto di riferimento di una squadra che va sempre più verso il basso rischiando il fallimento.
Dopo 2 anni con i Wolves, Steven passa al Sunderland, dove milita attualmente. Una squadra dove ha trovato molta più concorrenza ma dove è comunque riuscito a lasciare il segno con 18 reti in 62 presenzi ma tanto lavoro a servizio dei compagni. Recentemente inoltre è diventato il giocatore scozzese a segnare una tripletta con la nazionale da 60 anni a questa parte. Una vera e propria soddisfazione per uno legatissimo alla sua terra come lui.
Fino a qui, in ogni caso, nulla di speciale: un giocatore di buona qualità con una rispettabil carriera. Ciò che ci ha colpito in una delle sue ultime interviste è, però, la semplicità e l'umiltà. Dopo la morte del padre Steven si è molto legato a Dio e ha sviluppato una fede non indifferente, tanto che riporta diversi tatuaggi in tutto il corpo in ricordo al padre e in devozione alla Madonna (voluminoso quello sul braccio). Inoltre ha raccontato che da quando è morto il padre dopo ogni gol alza le mani al cielo e lo ringrazia. Certo normalissimo direte voi, ma lo fa da quando ha dieci anni, da quando segnava con gli amici e nelle giovanili delle squadrette di quartiere scozzesi, fino ad ora. Una grande persona, oltre che un gran calciatore. Eh si gran calciatore perchè nonostante abbia vestito solo maglie di non grande importanza è sempre stato il migliore, ha sempre dimostrato volontà e tenacia. Sarebbe bello (opinione personale) vederlo vestire maglie importanti, in Premier e non solo.. Buona fortuna Steven.

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