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Jimmy Glass, il portiere-bomber che salvò il Carlisle all'ultimo minuto

  • Jacopo Ghirardon
  • 17 apr 2015
  • Tempo di lettura: 6 min

Sono due gli incubi ricorrenti per una squadra e i suoi giocatori nel calcio inglese: perdere la semifinale dell’FA Vase, la competizione per le squadre dalla nona serie in giù (le serie regionali), che dopo un’infinita serie di turni preliminari, cominciando dai derby locali fino a trasferte da far invidia a squadra della Premier League, portano alla gara andata ritorno dove il vincitore guadagna il palcoscenico di Wembley, cosi distante dal mondo puramente dilettantistico dei meandri più bassi della Non League che mai però per l’occasione è cosi vicino, mentre lo sconfitto, che quasi sicuramente è un lavoratore che gioca per passione, vivrà con il rimpianto per tutto il resto della vita di non aver mai centrato l’Arco di Wembley. L’altro, ma questo specialmente per quanto riguarda i club, è la discesa dalla Football League nella Conference. Le differenze economiche tra quello che è il calcio professionistico e quello di Non League è qualcosa di enorme, un abisso che quasi sempre impiega anni ad essere colmato, o ancora peggio, ha portato a club di grande blasone come Luton, Wrexham, Grimsby o Chester ad un passo dal fallimento.

A fine ’90, però, questo abisso era ancora più ampio, e una retrocessione in Conference avrebbe di fatto messo fine alla possibilità di produrre calcio specie a dei club con poche finanze come Carlisle United e Scarborough. Eravamo ancora in epoca di Division Three, e solo l’ultima posizione portava alla retrocessione nel principale campionato di Non League. Come sempre questi campionati sono molto equilibrati, ma alla fine furono tre le squadre che si ritrovarono immischiati nella lotta per non retrocedere: Hull City (che in 10 anni avrebbe scalato le gerarchie fino ad arrivare in Premier League), Scarborough e Carlisle United. L’Hull alla fine vinse nella terzultima e penultima giornata mandando all’ultima giornata il discorso retrocessione tra Scarborough e Carlisle: i primi avevano 47 punti, i secondi 46. Sarebbe stata la prima retrocessione in Non League per la prima volta dal 1927, quando la squadra della Cumbria era stata eletta nella Football League.

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E che perdita che sarebbe stata. Il Carlisle infatti detiene un record, ancora imbattuto, di squadra più piccola a non aver mai avuto una squadra nel massimo campionato Inglese di calcio: era infatti la stagione 1974/75 quando sotto il vallo d’Adriano si disputarono partite di First Division. Già, perché Carlisle è sostanzialmente l’ultima città che si trova prima del Vallo d’Adriano (distante solamente qualche miglia da Brunton Park, il loro meraviglioso e antichissimo stadio, sostanzialmente intatto dall’inaugurazione avvenuta nel 1909. Dopo di che si trova la Scozia, ma al contrario dell’altra grande città di confine, Berwick , il Carlisle è sempre rimasto Inglese a livello calcistico. Anche un’altra città di confine, Gretna, geograficamente Scozzese, giocò in Inghilterra fino al 2002, quando decise di entrare nella piramide scozzese in una delle cavalcate più romantiche e drammatiche della storia moderna. La Cumbria è una delle zone più iconiche e famose del Regno Unito, con il suo Lake District, decantato dalle poesie di William Wordsworth nel XIX Secolo. Una regione cosi, e una squadra cosi, non può mancare dal grande calcio.

Torniamo all’8 Maggio del 1999, quando, in questo scontro a distanza, Scarborough e Carlisle si giocano la sopravvivenza nella Football League e, come abbiamo visto, sostanzialmente nel calcio che conta. Perché per entrambi i club le risorse economiche sono poche, e una retrocessione significherebbe sostanzialmente chiudere con il calcio. A Brunton Park sale (nel vero caso della parola, visto la distanza abissale tra le due città) il Plymouth Argyle, che ormai ha chiuso il campionato in una tranquilla posizione di mezza classifica. Al McCain Stadium i Robins dello Scarborough ospitano invece il Peterborough United che con una serie di risultati favorevoli riuscirebbe ancora a raggiungere i playoffs. Il Carlisle deve vincere e sperare che il Scarborough non faccia lo stesso. A fine dei primi tempi al McCain Stadium si è 1-1, mentre a Carlisle siamo ancora sullo 0-0, e per il pubblico di Brunton Park la tensione inizia a salire, anche perché la difesa ha sbandato e solamente un grande Jimmy Glass, il portiere dei Cumbrians, ha impedito all’Argyle di passare in vantaggio. Mai il pubblico dei Blues immaginerebbe che questo portiere diventerà l’eroe di quella giornata.

Ma chi è questo Jimmy Glass? Nato calcisticamente nel Crystal Palace, otterrà zero presenze con la maglia delle Eagles, in un girovagare nei vari campionati Inglesi in prestito: tolta qualche presenza con il Dulwich Hamlet e con il Portsmouth però non troverà grosso spazio, finche il Bournemouth, nel 1996, lo mette sotto contratto: con la maglia dei Cherries totalizzerà 95 presenze in due anni, e diventerà famoso per uno sfortunato autogoal nella finale del Football League Trophy a Wembley, il secondo autogoal di un portiere in quel meraviglioso teatro dopo quello di Bruce Grobbelaar, iconico portiere del Liverpool, in un derby contro l’Everton nel Charity Shield del 1994. Finita la parentesi al Bournemouth, viene ingaggiato dallo Swindon Town che si trovava all’epoca in Second Division: li però non riuscirà a prendere il posto da titolare e a fine della stagione 1999 viene mandato in prestito, in emergency loan (ossia un prestito d’emergenza dovuto ad una serie di infortuni dei titolari Tony Caig e Richard Knight), al Carlisle United per le ultime 3 partite della stagione.

Se il Carlisle era ancora in corsa lo si deve alle parate nelle ultime 2 giornate dello stesso Glass, a cui i tifosi dello United rivolgono ormai la più totale fiducia. Ma al 49’ il Plymouth, in contropiede, passa in vantaggio, e ora il Carlisle sembra veramente condannato alla retrocessione, se non è che Brightwell, dieci minuti dopo, ha pareggiato. Inizia un vero e proprio assalto, anche perché da Scarborough non arrivano brutte notizie, ma Dungey, il portiere del Plymouth, sembra invalicabile, come quel vallo che si trova qualche chilometro a nord della Waterworks End, dove il Carlisle sta attaccando con tutte le loro forze. Siamo ormai al 90esimo, il Carlisle ha sciupato almeno 5 palle goal nitide. Al McCain Stadium ormai è finita, e il pubblico invade il campo perché ormai crede di avercela fatta: dagli autoparlanti parte addirittura il classico “We’re staying up” di circostanza. A Brunton Park invece c’è ancora un ultimo calcio d’angolo da battere, e ormai anche Jimmy Glass sale, nella disperazione dell’ultimo assalto. Svetta Scott Dobie, che diventerà Bandiera del Carlisle dopo una bella parentesi col WBA, miracolo tanto per cambiare di Dungey ma sulla respinta si avventa Jimmy Glass, che scaglia la palla in rete tra l’incredulità generale del pubblico, che corre all’impazzata ad abbracciare il portiere arrivato solamente 2 settimane prima che ha salvato la squadra dalla retrocessione, e dal dramma sportivo e non. La scena dei 10mila tifosi che si riversano sul prato di gioco a cercare di abbracciare Jimmy Glass è una delle più iconiche della storia del calcio Inglese, tanto che è messa al 19esimo posto degli eventi più incredibili della storia del gioco, secondo solamente all’incredibile finale di Watford-Leciester nei playoff di Championship nel 2012 per quanto concerne la Football League.

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Il pubblico di Scarborough si gettò nello sconforto, e subito dopo la retrocessione iniziò una parentesi tristissima per il club, che dopo la Retrocessione venne divorato dai debiti prima di chiudere i battenti nel 2007. I tifosi si sono fatti avanti e hanno rifondato il club, come nome di Scarborough Athletic, e gioca nel 9th tier del calcio Inglese, sognando l’arco di Wembley con l’FA Vase, la competizione che abbiamo illustrato all’inizio della storia. Il Carlisle resterà in League 2, ma nel 2004 retrocederà in Conference: per loro fortuna la parentesi durerà solamente un anno, e dopo aver addirittura sfiorato la promozione in Championship nel 2010, si trova al momento in League 2 di nuovo. La carriera di Jimmy Glass invece di fatto terminerà in quel pomeriggio a Brunton Park, perché il Carlisle non riuscirà a metterlo sotto contratto, iniziando una parentesi prima con il Brentford, quindi in non League con Crawley e Lewes. Chiuderà presto con il calcio giocato, a 27 anni infatti appende le scarpette al chiodo per diventare il più famoso taxista di Wimborne, piccola località nel Dorset, non lontano da Bournemouth, la squadra in cui si era tolto le più grandi soddisfazioni.

La vita di Jimmy Glass continua cosi tranquilla, tra un allenamento con il Poole Town, piccola squadra di Southern Premier League vicino casa di cui è allenatore dei portieri, e un viaggio in macchina, portando la gente nella sua vettura tra le rocciose coste del Sud dell’Inghilterra, raccontando magari ai suoi clienti aneddoti sulla sua carriera, e su quel pomeriggio a circa 600km di distanza, che lo ha fatto diventare un idolo per il popolo del Cumberland, e una leggenda della Football League.

Esiste una sola leggenda nel Nord Ovest dell’Inghilterra: Jimmy Glass, saving the best to last.

 
 
 

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Creato da Luca Bonomi

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